MONTISI

Montisi è una frazione del comune di Montalcino, in provincia di Siena. Nell'VIII secolo a.C., Montisi era dominato dagli Etruschi, i quali vi costruirono una necropoli di cui si sono soltanto trovate delle tombe "a capanna" dove adesso si trovano la Grancia e l'oratorio di Sant'Antonio Abate. Questa popolazione, che aveva ingrandito i propri territori tra i fiumi Tevere e Arno, edificò anche un tempio dedicato alla dea Iside che contribuì, molto probabilmente, a dare il nome del paese. In seguito agli Etruschi, subentrarono i Romani. Nel XII secolo d.C., Montisi era il castello dei conti Cacciaconti degli Scialenga. Questa famiglia, dopo aver riconosciuto la potenza di Siena, dovette partecipare alla vita politica e commerciale di Siena e quindi assentarsi per un lungo periodo. Ciò diede origine alla formazione del libero Comune di Montisi, il quale nel 1283 sarà già organizzato con dei propri massari. Nel 1291, Montisi diventa territorio di Simone Cacciaconti dopo aver fatto una spartizione con i suoi due fratelli: Fazio e Cacciaconte. I montisani, però, rifiutarono di sottostare a Simone, il quale, per riconquistare il paese, prima lo assediò con le sue truppe, poi vi entrò incendiando le case, uccidendo gli abitanti e depredando le fattorie. Ciò fece sì, che i montisani dovettero chiedere soccorso al Comune di Siena, il quale, seppur di poco, migliorò la situazione. Sul finire del XIII secolo, lo spedale di Santa Maria della Scala di Siena eredita dal conte Simone Cacciaconti Montisi e le terre circondanti. All'inizio del 1371 Montisi diventa sede di un vicario del Comune di Siena, il quale aveva anche giurisdizione su Montelifrè. In quel tempo, il castello di Montisi occupava la sommità della collina con una torre quadrata che purtroppo è stata distrutta verso la fine del XIV secolo. Nel 1494 fu approvato lo Statuto di Montisi, frutto della rielaborazione di capitoli statutarii più antichi ad opera di sei uomini scelti dal consiglio generale del comune di Montisi; rimase in vigore fino al 1742.[9] Con la decadenza della Repubblica di Siena, il territorio fu saccheggiato da bande di mercenari francesi e spagnoli fino alla sua annessione al Granducato di Toscana sotto Cosimo de' Medici. Montisi andò sotto il controllo del Podestà di Trequanda e l'amministrazione della giustizia fu affidata al Capitano di giustizia di Pienza. Seguirono secoli di grande povertà, che a Montisi vennero alleviati con la coltivazione dello zafferano. Alla fine del XVII secolo, la popolazione di Montisi era composta in gran parte da contadini e artigiani. Nel 1777, Montisi diventa frazione del Comune di Trequanda con Montelifrè, antica frazione di Montisi, Castelmuzio e Petroio e, nel 1778, Jacopo Mannucci-Benincasa acquista la Grancia e gran parte dei beni dallo Spedale di Santa Maria della Scala. Per alcuni problemi legati al sistema idrico, nel 1878, per volere di Vittorio Emanuele II d'Italia, le frazioni di Montelifrè e di Montisi vengono spostate all'interno del territorio del comune di San Giovanni d'Asso. Durante la Seconda guerra mondiale, esattamente il 30 giugno 1944, le truppe tedesche fecero saltare la Torre della Grancia nella speranza di chiudere il passaggio al nemico. Dopo le guerre mondiali, Montisi cercò di risollevarsi lavorando nelle circostanti miniere di lignite e alla produzione di terracotta. Più tardi in Toscana arrivarono diversi pastori sardi i quali portando la loro conoscenza di allevamento e la produzione del formaggio. Infine, nel 1970, arrivarono i primi turisti stranieri, che ancor oggi vengono a visitare il paese. Nel XX secolo, la produzione dell'olio di oliva diviene un punto fermo dell'economia locale e dal 2007 il paese ospita la Piccola Accademia di Montisi, diretta da Bruce Kennedy. I giorni 8, 9 e 10 maggio 2014 vi è stata nel paese la permanenza della statua della Madonna di Fátima, voluta dall'amministratore parrocchiale don Andrea Malacarne, anche con la partecipazione di Stefano Manetti, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza.[10][11] Il 1° gennaio 2017, Montisi insieme a tutto il comune di San Giovanni d'Asso è stato accorpato a Montalcino

2016 Filippo Tenerani Agenzia Fotografica
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